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Dal giardino incantato delle esperidi di Botticelli al giardino all’italiana

I giardini rappresentati nei quadri del Botticelli, soprattutto quello accuratamente rappresentato nel quadro cosi’ nominato dal Vasari “allegoria della Primavera”,dipinto a tempera su tavola (203×314 cm) e databile al 1482 circa, pare abbiano un’importante significato simbolico.

I 9 personaggi rappresentati nel quadro sembrerebbero trovarsi infatti, nel giardino delle Esperidi .In questo leggendario giardino  cresceva un albero dai pomi d’oro, dono di Gea per le nozze di Zeus con Era, ed era custodito dalle tre ninfe Esperidi considerate percio’ le custodi di oggetti magici.
E’ interessante notare come nel quadro della Primavera che il Vasari nelle sue “Vite”, Trattato pubblicato nel 1550 sulle vite de più’ eccellenti pittori, scultori ed architetti Italiani , riferisce di aver visto nella Villa  Medicea di Castello accanto alla Nascita di Venere,  l’albero dai pomi d’oro  del giardino delle Esperidi e’ rappresentato da un boschetto di alberi di agrumi, la cui importante e creativa coltivazione e’ nata proprio alla Villa Medicea di Castello, davanti al quale si svolge tutta la scena rappresentata. Secondo la maggior parte degli storici, il quadro andrebbe poi “letto” da destra verso sinistra.

Zefiro  s’innamora della ninfa Cloris ed ella si trasforma in Flora, la personificazione stessa della Primavera, divinita’ della fioritura e protettrice della fertilita’,al centro della composizione la dea Venere simbolo dell’amore piu’ elevato che trasforma l’amore piu’ sensuale in qualcosa di piu’ perfetto rappresentato dalle Grazie, trasponendo cosi’ in pittura le raffinate idee filosofiche di Marsilio Ficino.

L’accurato studio delle piante che Botticelli effettua e trasferisce nel giardino rappresentato per la famiglia Medici nel suo bellissimo quadro e’ pensiero filosofico ed artistico che si trasforma in realta’.

Anche gli studi sulla natura, sulle piante e la loro simbologia rientrano infatti nella ricerca della conoscenza che distingueva Lorenzo il Magnifico e tutta l’Accademia Neoplatonica.

Lorenzo il Magnifico, aveva infatti grandemente consigliato suo cugino Lorenzo di Pierfrancesco de Medici ad acquistare la Villa di Castello dalla famiglia Della Stufa dove poi furono portati i  2 grandi quadri del Botticelli, la Primavera e La nascita di Venere.

Allegoria della Primavera di Sandro Botticelli

In tale Villa  di Castello inizio’ lo studio delle piante e specialmente degli agrumi anche sotto forma di innesti e sperimentazioni su tutte le specie conosciute. Si diffuse cosi’ la “moda”di avere piante di agrumi nei giardini di tutte le famiglie patrizie fiorentine, e con esse l’inizio della  costruzione di “limonaie” per il ricovero invernale delle piante e l’utilizzo dei grandi orci di terracotta che permettevano lo spostamento stagionale.

I limoni della Villa Medicea di Castello infatti data la loro antichita’ sono fra i piu’ pregiati e fra di essi si possono ammirare varieta’ rare come i grandi pampaleoni, i limoncini zigrinati,il limone sfilacciato, i cedri profumati .La creazione poi dei così’ detti “giardini segreti” con alte mura  che li rendono invisibili agli occhi dei più’ ,che non si accorgevano nemmeno della loro esistenza permettevano poi, di stare in isolamento e raccoglimento in una sorta di Arcadia, di giardino segreto dove assaporare e ricercare i frutti della conoscenza

E’ bello poi ricordare che da questa  passione ed intuizione di Lorenzo  e dei  suoi successori  soprattutto  Cosimo I ,ebbe inizio  l’evoluzione del giardino medievale in giardino geometrico all’italiana con sculture vegetali ,siepi sempreverdi, l’utilizzo di filari alberati  per creare labirinti ,colonnati , anfiteatri  e specchi d’acqua sui quali bordi  in estate venivano adagiati  i bellissimi orci in terracotta con le piante di agrumi come ulteriore ornamento e segno di abbondanza e magnificenza .

Questo incredibile  mutamento della forgia dei giardini inizia proprio dal giardino della Villa di Castello che Cosimo I affida  per essere ristrutturato all’architetto Niccolo’ Tribolo insieme a Benedetto Varchi , all’ingegnere idraulico Pierino da San Casciano e per la creazione di magnifiche sculture al Buontalenti.

Al grande estro creativo ,allo studio ed alla creazione di accurati disegni topografici e al gusto classico di Niccolo’ Tribolo si deve successivamente il progetto per la sistemazione del Giardino di Boboli con il suo magnifico anfiteatro che sfrutta la conformazione  naturale della collina.Anche lo studio delle diverse specie di piante verra’ approfondito così’ come verra’ ampliato dal Tribolo il giardino dei Semplici dove per “semplici”si indicavano le varietà’ vegetali con virtù’ medicamentose dal latino medievale medicina simplex usata per definire le erbe medicinali.

L’innovazione, la genialità’ di questo primo architetto di giardini e’ infatti quello di aver creato un nuovo modello di giardino detto “giardino all’Italiana” utilizzando  le geometrie degli spazi aperti, l’uso di piante sempreverdi, soprattutto leccio, alloro, cipresso per creare paesaggi immaginifici nei quali abitano elementi scultorei che richiamano miti e leggende evocative secondo un preciso schema filosofico di stampo umanistico

Orto degli aromi alla Villa Medicea di Castello curato da uno dei massimi esperti botanici sig. Paolo Galeotti

In tale maniera si da’ un nome ed un immagine  definita ,si crea un modello definendo le caratteristiche principali di quello che era  nato come il  giardino del “principe” di Firenze, il giardino Toscano della Villa di Castello e che in tale maniera diventerà’ il prototipo del “giardino all’Italiana “,dal quale inizierà’ la storia del giardinaggio ,decisivo anche per la nascita del giardino alla francese e del giardino inglese.

Orto segreto al parco della Villa Medicea di Castello

 

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