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Pienza, la Città Utopia

La nascita della Città di Pienza si deve a Enea Silvio Piccolomini, nato il 18 ottobre del 1405 da una famiglia senese nobile ma decaduta, e per ragioni politiche scacciata da Siena, e rifugiatasi nella città di Corsignano, in Val D’Orcia.

Enea nacque in questo piccolo borgo dove sorgeva una piccola chiesetta romanica e un palazzo pretorio. Trascorsa la maggiore età, si trasferì nella città di Siena dove iniziò gli studi di Diritto, grazie a quali trovò il primo lavoro come avvocato del Cardinale Capranica, che lo portò con se a Basilea. E’ in questo nuovo contesto che la sua personalità repubblicana venne alla luce, e da qui inizia una carriera diplomatica che lo porterà in giro per tutta Europa, entrando in contatto con civiltà e culture molto diverse.

All’età di quarant’anni fece la sua scelta di vita, prendendo gli ordini religiosi, e in pochi anni divenne sacerdote, vescovo e cardinale. Nel 1458, dopo la morte di Papa Callisto III, e un conclave molto discusso, fu proclamato Papa con il nome di Pio II.

La Famiglia Piccolomini torna a risplendere. Segno tangibile di questo nuovo splendore fu la trasformazione, voluta dallo stesso Enea, del borgo natio di Corsignano. Scelta dettata certamente da motivazioni affettive, ma soprattutto dalla volontà di lasciare un segno concreto della sua dinamica maturazione culturale e politica.

Nel progetto della nascita della città di Pienza, c’è il sogno di trasformazione del mondo su nuove basi più moderne, tolleranti e cosmopolite. Enea Silvio Piccolomini incarna a pieno lo spirito del rinascimento italiano, rappresentato da uomini protesi verso utopie progettuali con lo sguardo alla grandezza del passato, rifiutando il pessimismo, praticando il coraggio del pensiero e dello sperimentare per superare e riscattare l’uomo dalle sue meschinità.

Non a caso la progettazione della nuova città, fu affidata a Bernardo Gambarelli detto Il Rossellino, architetto della scuola di Leon Battista Alberti, esponente  della comunità umanistica fiorentina, appartenete all’accademia dei neoplatonici che cercavano la strada e i simboli che potevano a condurli alla “verità ultima” attraverso lo spirito scientifico, lo studio dell’astrologia matematica, dei simboli numerici per scoprire le leggi della natura e comprendere la posizione dell’uomo nel cosmo. Rossellino architetto insigne e aiutante di Leon Battista Alberti era, come il maestro, capace di tradurre in strutture architettoniche i sogni e i miti degli umanisti.

I lavori iniziarono nel 1459 e si conclusero con la delibera di Papa Pio II della nascita della città di Pienza nel 1462. Il seguito papale fu obbligato a prendere residenza a Pienza, pena la perdita della porpora.

Il mito della “citta ideale” era un elemento costante della cultura dell’umanesimo che si rifaceva ai testi “ermetici” di Ermete Trismegisto (il sacerdote egiziano, mitica figura, raffigurata nel Duomo di Siena), che narravano della costruzione di Al Asmunain, appunto la città ideale, la città perfetta secondo precise norme astrologiche e matematiche.

A passeggio dentro Pienza

Per entrare nella città di Pienza si passa attraverso una porta di pietra arenaria, ornata da un affresco raffigurante la Piazza Pio II. Piccole vie ti accompagnano prima al borgo medioevale, così conservato dalla ristrutturazione rinascimentale, per poi giungere alle mura castellane che con la loro panoramica posizione favoriscono uno scorcio di tutta la Val D’Orcia. Costeggiando le antiche mura si giunge fino al primo giardino pensile europeo, di Palazzo Piccolomini, coltivato all’italiana. Il palazzo, che era sede della Corte Papale e oggi adibito a Museo, è costruito anch’esso in pietra arenaria con alcuni inserti di travertino, usati per finestre, cornici e sedili esterni.

L’edificio segue l’esempio di Palazzo Rucellai, di Via della Vigna, che L’Alberti aveva già costruito a Firenze. Elemento di arredo elegante e imprescindibile di questo palazzo è senza dubbio il “Pozzo dei cani”. Gioiello architettonico disegnato dallo stesso Rossellino, che dona equilibrio alla Piazza Pio II. Altro elemento simbolicamente importante è il cortile interno del palazzo, raggiungibile dal giardino pensile, che grazie al suo orientamento verso est, rappresenta il nucleo della filosofia rinascimentale: inno “solare” al creato e al godimento delle sue bellezze.

La Piazza Pio II

La piazza dove sorge Palazzo Piccolomini, è una delle piazze più celebri al mondo.Frutto di una concezione architettonica e filosofica che privilegia lo spazio, la luce, la policromia e la prospettiva, dona alla vita terrena un nuovo valore. Gli stessi nuovi valori che hanno ispirato Enea Piccolomini nella trasformazione dell’intero borgo. Le strutture architettoniche raffinate, gli scorci panoramici, le sedute orientate al centro della piazza, rivelano una progettualità moderna, cosmopolita, ottimista, pacifica ed edonista.

Caratteristiche della piazza sono la forma trapezoidale, che dona un gran movimento di prospettiva ai palazzi che la contornano e la posizione della cattedrale, che alle spalle non presenta alcun ostacolo alla vista del cielo, posizionandola nell’Universo. La particolarità del progetto consiste nell’aver dislocato in posizione divergente gli edifici che fiancheggiano il Duomo.

Con questa collocazione due sono i risultati ottenuti: il primo una perfetta illuminazione naturale dell’interno della cattedrale, il secondo la rappresentazione  simbolica dell’uomo rinascimentale affascinato dal mondo celeste e perciò proiettato verso il cielo ma con il corpo saldamente legato alla terra.

Di piazze costruite in tal maniera ne esistono solo due in tutta Italia: Piazza Pio II a Pienza e Piazza del Campidoglio a Roma di Michelangelo. L’uso della pianta trapezoidale amplia la visione dello spettatore diminuendo il normale restringimento prospettico. Si vuole porre l’accento su la particolarità del trapezio come forma tra cielo e terra.

Lo studio di queste conoscenze prospettiche proviene anche dagli studi di Leonardo da Vinci su l’uso del vetro nella prospettiva illustrato nel Codice Atlantico dove l’artista guarda attraverso di esso per rappresentare una sfera armillare (modello della sfera celeste).

Questi stessi studi saranno applicati da Giorgio De Chirico nei suoi quadri denominati “Piazze d’Italia”.

La facciata del Duomo è chiaramente rinascimentalementre il campanile ha uno stile goticheggiante. Costruita con pietra arenaria, travertino e cotto, presenta 4 lesene che dividono la facciata in tre porzioni. Le porte laterali son sovrastate da archi a doppia colonna.

Lo stile gotico del campanile lo si ritrova in parte anche all’interno della cattedrale, a pianta a croce latina. Due file di colonne in travertino dividono la chiesa in tre navate. Particolare curioso è l’abbassamento del basamento delle colonne procedendo verso l’abside, a causa del cedimento del suolo sul quale poggiano le fondamenta. Processo iniziato poco dopo la fine dei lavori di costruzioni, e già notato dallo stesso Piccolomini.

Pio II emise una Bolla Pontificia in cui vietò di manomettere quest’opera o anche solo di aggiungere qualcosa alla Piazza e ai Palazzi di Pienza, pena la scomunica.

 

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