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Le Sorgenti Termali della Val D’Orcia: aree di sosta, pensate e progettate già al tempo dei Romani, dove poter rilassare corpo e mente

Bagno Vignoni – Bagni di San Filippo – San Casciano dei Bagni – Terme di Petriolo

Bagno Vignoni è una piccola frazione appartenente al comune di San Quirico d’Orcia, in provincia di Siena, distante da Montalcino meno di 20 Km.

Il villaggio sorge nel cuore della Toscana, all’interno del Parco Naturale della Val d’Orcia,  e  rappresenta uno dei più famosi centri termali della zona.  Le acque che sgorgano in questo luogo vennero utilizzate fin dall’epoca romana a scopi termali, anche grazie alla vicinanza con la Via Francigena, principale arteria per il pellegrinaggio verso Roma, che attirava numerose persone. Le Terme di Bagno Vignoni sono elogiate anche da Santa Caterina da Siena e Lorenzo il Magnifico e provengono dalle acque che sorgano dal Monte Amiata, il vulcano spento fulcro della Val D’Orcia.Bagno Vignoni comunque, era ben conosciuta fin dall’antichità per le sue sorgenti che in alcune iscrizioni romane sono dichiarate acque “Sacre alle Ninfe”. Le acque poste al centro del paese sorgano da un’ampia piscina usata con un centro giovamento da Lorenzo il Magnifico.

Questa è  la famosa “Piazza delle sorgenti”, una vasca rettangolare, di origine cinquecentesca, che contiene una sorgente di acqua termale calda e fumante. Suggestiva e bene conosciuta la veduta della piazza di sera, quando i fumi del vapore e i colori del tramonto colorano il paesaggio. Famose già da tempi antichi, le terme di Bagno Vignoni sono state frequentate da illustri personaggi come Caterina da Siena, Lorenzo de’ Medici, già citati, e Papa Pio II, e tanti artisti che avevano eletto il borgo come sede di villeggiatura.

A Bagno Vignoni oltre alle acque consigliamo perciò la visita del loggiato prospicente l’antica vasca e del castello. Più che un Castello si può parlare di Cassero che nel secolo XI era compreso tra i possedimenti dell’Abbazia di Sant’Antimo.

Da Bagno Vignoni si può facilmente raggiungere e visitare i vicini centri di Pienza e Montalcino e in generale l’intera Val d’Orcia e il Parco del Monte Amiata, luogo di bellissime passeggiate ed escursioni naturalistiche.

Non distante dalla località di Bagno Vignoni, possiamo visitare un altro conosciuto centro termale, i Bagni di San Filippo. Già noto al tempo dei Romani, i Bagni San Filippo si trovano in una zona di grande interesse paesaggistico e naturalistico, il Parco Naturale del Monte Amiata.

L’origine romana è testimoniata dalla scoperta di una serie di tombe, entro le quali furono ritrovate anche alcune monete, datate all’epoca di Costantino, Domiziano e Traiano. La prima testimonianza scritta riguardante le Terme di San Filippo, la si ha in un documento che all’Abbazia San Salvatore risalente all’859 d.C.. Successivi documenti raccontano dell’attività termale e dell’avvicendarsi delle varie sgnorie che ne avevano il controllo.

 

Importanti episodi sono legati alla famiglia nobile fiorentina De’ Medici.

I Bagni furono ristrutturati nel 1566 per volontà di Cosimo I de’ Medici.

Tornate al loro splendore, le Terme si confermarono luogo di villeggiatura e svago per personaggi illustri, tra cui Lorenzo il Magnifico che soffriva di gotta e Papa Pio II, ma anche per i cittadini del piccolo borgo.

Si era ben compresa l’importanza di queste sorgenti, sia da un punto di vista curativo sia sociale, tanto da sottoporre le acque sorgive ad analisi chimiche, che rivelarono le importanti proprietà terapeutiche: sono acque solfuree-solfate-calciche-magnesiache ipertermali, con una temperatura di 48°C. Hanno proprietà antinfiammatorie, analgesiche, miorilassanti, fluidificanti e antimicrobiche.

Ricche di carbonato di calcio, divennero famose anche da un punto di vista artistico. Le caratteristiche concrezioni calcaree che si formano per deposito,  attorno a le rive, i rami immersi o le foglie cadute, creano delle vere e proprie opere d’arte.

La proprietà di formare concrezioni delle acque fu utilizzata, verso la metà del Settecento, da Leonardo De Vegni, letterato, architetto, e dilettante in Scienza Naturali, che inventò una tecnica, detta “plastica dei tartari”, con la quale riuscì a realizzare diversi oggetti artistici.

Per la loro produzione, nel 1766, De Vegni istituì un’apposita fabbrica dei tartari, proprio nel paese di Bagni di San Filippo, assai apprezzata dal Granduca Pietro Leopoldo.  Anche Emanuele Repetti, nel suo Dizionario, descrive il metodo ideato Da Vegni: “Devesi all’ingegnere Leonardo Vegni l’industrioso metodo di riempire con l’incrostazione delle acque termali di S. Filippo le forme concave che vi si espongono […]”. La fortuna della “plastica dei tartari” andò ben oltre la vita di Leonardo De Vegni, tanto da esser considerata una vera e propria industria. Descriver nei dettagli come venivano realizzate le opere è complesso, ma in generale venivano usate delle forme poste in modo da ricevere l’acqua termale non direttamente, ma consentendo la deposizione lenta e continua del carbonato di calcio, che poteva essere modellato cambiando angolatura del getto, o colorato con l’aggiunta di sostanze.

Oggi le Terme di San Filippo, con i loro moderni impianti, sono meta ideale per una vacanza rilassante e offrono, grazie alle proprietà curative delle loro acque, un valido rimedio contro varie affezioni. Il centro benessere offre diversi trattamenti come bagni, fanghi, inalazioni e aerosol. La piscina termale con cascata è una delle attrazioni maggiori, con acqua ricca di zolfo, calcio e magnesio che arriva a una temperatura di 40°C. nelle Terme di San Filippo si uniscono cosi numerosi servizi all’interno di un grande parco con la tipica vegetazione della Val D’Orcia.

Oltre al Centro Benessere meta particolarmente suggestiva è la piccola Fonte di Acqua Passante a valle del paese, con acqua ricca in minerali, frequentata in particolar modo dagli abitanti, che si dice anche bevano le sue acque durante i pasti.

L’origine del nome delle terme di San Filippo la leggenda vuole sia legata a Filippo Benizi, nobile fiorentino nato da Giacomo Benizi e Albaverde Frescobaldi il giorno 15 agosto 1233 nel quartiere d’Oltrarno a Firenze.

I genitori intendevano farlo diventare un medico perciò fu affidato ad un buon tutore e mandato a studiare a Parigi e poi si laureò all’Università di Padova nel 1253. Esercitata la professione medica per qualche tempo, Filippo si rese conto di essere insoddisfatto e fondò come fratello laico insieme ai sette Santi Fondatori l’ordine dei Servizi di Maria (Serviti) nel 1233 a Firenze in quella che era allora una zona di aperta campagna e dove oggi sorge la Basilica della S.S. Annunziata.

Essi, costituita una piccola comunità si ritirarono successivamente a Montesenario, a 18 Km da Firenze dove edificarono una chiesa e iniziarono ad accettare altre persone che volevano condividere in comunità una vita di preghiera e penitenza.

Furono canonizzati nel 1888. La loro festa è celebrata il 17 febbraio.

Filippo Benizi la cui memoria liturgica ricorre il 23 agosto venne eletto Priore Generale dell’ordine Servita nel 1267 e collaborò con Giuliana Falconieri alla fondazione delle Oblate Servite, chiamate Mantellate. Solo due anni dopo la sua nomina, si ventilò l’ipotesi di elevare Filippo Benizi al soglio pontificio. Per sfuggire al suo destino scritto, la leggenda vuole che si sia rifugiato in eremitaggio nei boschi di Bagni di San Filippo, da qui il loro nome.

Per la precisione egli si ritirò in una grotta scavata nel travertino da cui fece scaturire miracolosamente dell’acqua. La grotta fu trasformata poi in un piccolo eremo e si trova ancora intatta in Loc. Bagni di San Filippo nel comune di Castiglione d’Orcia. Morì a Todi il 22 agosto 1285, nonostante la immediata venerazione, solo nel 1671 Clemente X ne ratificò il culto.

Altrettanto famose per le proprietà curative delle sue acque termali, e meta interessante per chi vuole rilassarsi tra cultura e benessere, sono certamente le terme di San Casciano dei Bagni, poste anch’esse nelle vicinanze di Bagno Vignoni.

Le terme sono da sempre l’attrattiva principale di questo piccolo Comune, sin dall’epoca etrusca. Grazie alla posizione favorevole, vicino alla Via Cassia, arteria principale dei pellegrinaggi verso Roma, San Casciano è stato frequentato da personaggi della Roma imperiale come Ottaviano Augusto.

Nonostante la Via Cassia perse importanza durante le guerre bizantino-longobarde, San Casciano dei Bagni non perse la sua rilievo grazie alla vicinanza con la nuova “autostrada” verso Roma: la Via Francigena.  La presenza di importanti personaggi da tutta Europa, oltre che della nobiltà italiana, arricchì economicamente e architettonicamente la città di San Casciano dei Bagni. Perfino il Granduca di Toscana Pietro Leopoldo visitò le Terme e rimasto colpito dalla loro bellezza, stanziò 21.000 Lire per finanziare i lavori che le avrebbero collegato con la Via Romana.

Oggi le terme di San Casciano dei bagni con le sue 42 sorgenti e il centro SPA Fonteverde  offrono una vasta gamma di servizi e trattamenti di alto livello.

Ultime nella descrizione, ma non per importanza, sono le Terme di Petriolo, leggermente più distante rispetto alle altre da Siena, ma non lontane. Immerse in un paesaggio quasi fiabesco, si trovano nella Riserva Naturale del Basso Merse tra i comuni di Civitella Paganico e Monticiano, due dei cinque comuni che si trovano nella Val di Merse. La Val di Merse è un territorio da sempre ricco di corsi d’acqua e risorgive, ideale per vivere una esperienza fuori dalla antropizzazione.

Si può godere dei benefici delle acque termali che sgorgano a 40-42°C, o nelle pozze naturali che si dislocano lungo il fiume Farma formate di concrezioni di calcare e zolfo, oppure nel moderno centro termale. Particolarmente adatte a chi soffre di problemi respiratori, causa la grande presenza di idrogeno solforato, anch’esse nonostante le piccole dimensioni sono state meta di grandi personaggi tra cui Papa Pio II Piccolomini.

In origine il paese di Petriolo era una fortezza a difesa delle terme e dei suoi frequentatori, ed ancora oggi infatti sono un bellissimo esempio di terme fortificate, risalenti al 1404.

Adesso una piccola curiosità, o per meglio dire una leggenda che si tramanda da più di mille anni. Non lontano dalla terme di Petriolo troviamo il Ponte della Pia, un ponte a schiena d’asino costruito in epoca romana e poi ricostruito durante il Medioevo.

La leggenda vuole che sopra al ponte sia passata Pia dè Tolomei, da qui il nome, infelice sposa di Nello d’Inghiramo dei Pannocchieschi che stava raggiungendo il Castello della Pietra in Maremma esiliata dal marito che era invaghito di un’altra donna, Margherita Aldobrandeschi. La donna fu uccisa nel Castello nel 1297 dal marito e la leggenda vuole che il fantasma di Pia appaia sul ponte nelle notti di luna nuova circondato da un flebile chiarore.

 

Dante Alighieri nel V Canto del Purgatorio della Divina Commedia dove si ricorda l’evento:

« “Deh, quando tu sarai tornato al mondo,

e riposato de la lunga via”,

seguitò ‘l terzo spirito al secondo,

“Ricorditi di me, che son la Pia;

Siena mi fé, disfecemi Maremma:

salsi colui che ‘nnanellata pria

disposando m’avea con la sua gemma”. »

(Purgatorio V, 130-136)

In questo passaggio Pia de Tolomei chiede a Dante di pregare per lei ritornato sulla Terra e dopo essersi riposato del lungo viaggio. Inoltre fa riferimento con alcune parafrasi alla sua morte per mano del marito, non con recriminazione piuttosto con distacco nei confronti della sua passata vita terrena, dimostrando la gentilezza, la fierezza e la compassione dell’animo di una grande donna che Dante ha voluto tramandare ai posteri.

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