Sandro Botticelli e’ stato uno tra i piu’ grandi pittori del Rinascimento italiano. Nato a Firenze nel Marzo de 1445 nella zona di Via del Porcellana e morto sempre a Firenze nel 1510.Fece apprendistato nella bottega di Filippo Lippi con il quale lavoro’ a Prato negli affreschi della cappella maggiore del Duomo.Quando Filippo Lippi si sposto’ a Spoleto il Botticelli frequento’ le botteghe di Antonio del Pollaiolo e e di Andrea del Verrocchio.La continua ricerca della bellezza assoluta al di la’ del tempo e dello spazio, l’esaltazione della grazia come eleganza intellettuale lo fece avvicinare alla filosofia dell’Accademia Neoplatonica fondata dalla famiglia Medici nel 1462 ed animata da Marsilio Ficino ed Agnolo Poliziano che rivalutavano la cultura antica ispirandosi a Platone ed al movimento umanista ma anche alla religione cristiana. L’uomo aveva nel mondo un posto privilegiato perche’ attraverso la ragione poteva giungere alla contemplazione del divino.
Anche tramite la contemplazione della bellezza e attraverso l’amore l’uomo poteva elevarsi dal regno inferiore della materia a quello superiore dello spirito.
E’ in questa visione che vorremmo soffermarci su due dei piu’ famosi dipinti del Botticelli custoditi ora al Museo degli Uffizi di Firenze: la Nascita di Venere e la allegoria della Primavera, che grazie alla testimonianza di Vasari nelle “Vite” sappiamo si trovavano nella Villa Medicea di Castello nel 1550 e furono probabilmente dipinte dal pittore dal 1477 al 1485 anche se con differenti tecniche.
I personaggi mitologici della Primavera sottintendono varie teorie dell’Accademia Neoplatonica, l’amore carnale che innesca il cambiamento in natura e viene poi sublimato sotto lo sguardo di Venere ed Eros in qualcosa di migliore e piu’ perfetto, le Grazie.
Nella Nascita di Venere si rappresenta l’arrivo di Venere dopo la sua nascita dalla spuma del mare sospinta dai venti Zefiro ed Aura. La dea viene accolta da una delle ninfe che rappresentano le Ore, dee dell’ordine e delle stagioni che le sta’ porgendo un ricco mantello ornato di fiori.
Al di la’ della novità con cui le figure spiccano con vivacità’ ed immediatezza dal fondo dei due quadri e della cura meticolosa dei dettagli nei miriadi di fiori e piante descritte, si scorge nelle due opere la ricerca di una nuova visione prospettica delle figure nello spazio.
Ma e’ nella scelta del soggetto il vero messaggio che il grande artista ci vuole tramandare. Nella filosofia Neoplatonica di Marsilio Ficino la figura di Venere e’ uno degli elementi fondamentali: e’ la Venere delle Stanze del Poliziano che e’ all’origine della crescita spirituale di chi sa’ dominare le proprie passioni, e attraverso l’amore puo’ arrivare a Dio, poichè l’amore e’ il fondamento del cosmo, “l’amor che move il sole e l’altre stelle” (Dante Alighieri, Divina Commedia canto XXXIII ).
La Venere dell’Olimpo Pagano e l’amore vengono percio’ totalmente reinterpretati e la grandezza del Botticelli sta’ nell’averci raffigurato e tramandato questo sentimento.
La scelta di colei che doveva interpretare questo assoluto cambiamento, e sospingere l’anima alla ricerca di Amore non poteva essere casuale.
A fare da musa ispiratrice e cosi’ impersonificare la Venere celeste simbolo di purezza, semplicità’ e bellezza Botticelli per sempre, sceglie ” La Sans Par”, la senza paragoni, Simonetta Vespucci, sposa di Marco della nobile casata dei Vespucci, cugino di Amerigo, il grande navigatore fiorentino, cosi’ denominata da Agnolo Poliziano nelle sue “Stanze per la Giostra” scritto per il trionfo di Giuliano de Medici, fratello di Lorenzo il Magnifico, che amava Simonetta e vinse il Torneo cavalleresco che si svolse in Piazza Santa Croce nel 1475, poemetto in ottave iniziato e mai finito a causa della morte di Giuliano e del ferimento di Lorenzo durante la Congiura dei Pazzi nell’Aprile del 1478.
Scorcio interno della chiesa di Ognissanti
Simonetta morirà’ all’eta’ di 23 anni di tisi nell’Aprile del 1476 e verra’ sepolta nella chiesa di Ognissanti, patronata dalla famiglia Vespucci.
Botticelli morirà più tardi nel 1510 ma alla sua morte egli lascio’ scritto di essere sepolto ai piedi di Simonetta nella chiesa di Ognissanti.
Infatti la sua tomba si trova in una cappella laterale della chiesa, ma quella di Simonetta non c’e’ piu’.
Pare che durante l’ultima alluvione dell’Arno la tomba di questa donna simbolo di grazia e bellezza e ideale umanistico dell’Amore nel Rinascimento fiorentino sia svanita nel nulla, forse ripresa dalle acque dalle quali proveniva come Venere celeste immortale simbolo d’Amore.
Alessandro di Mariano di Vanni Filipepi era il vero nome di Sandro Botticelli
Certo il Botticelli che aveva espressamente chiesto di riposare per sempre ai suoi piedi, doveva ammirare molto Simonetta che era diventata il simbolo del Femminino Sacro che protegge la verita’ e la bellezza, tanto da rappresentarla per tutta la sua vita e probabilmente si dice, fare parte del Priorato di Sion, misterioso e leggendario ordine di ermetismo cristiano di cui pare aver fatto parte anche Leonardo da Vinci che tra le altre cose valorizzava la figura femminile come custode della verita’, per una ricerca di perfezione morale e spirituale.
La mostra Botticelli Reimagined aprirà a Londra al Victoria and Albert Museum dal 3 marzo al 3 Luglio 2016.
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