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Radicofani: la Roccaforte di un Brigante del 1200

Radicofani domina da una isolata roccia la Val D’Orcia e oggi li sopra sorgono i ruderi dell’antico castello che fu un’importante luogo di confine dello stato romano oltreché , in epoca medioevale, un parametro di orizzonte fondamentale e inequivocabile per i pellegrini della strada francigena.

La collina di Radicofani infatti offriva con la sua strana ed inconfondibile, per lo straniero che passava all’interno di un mondo pieno di boschi e paludi la cosa più importante: cioè la certezza di un posto riconoscibile che dava la riconoscibilità del proprio percorso e perciò sicurezza della giusta via percorsa.

Il Codice Amiatino (692 d.C. è un antico libro composto da mille e quaranta fogli di fine pergamena e pesa 34Kg, fu trasferito dal Granduca Leopoldo nel 1786 dall’Abbazia di San Salvatore a alla Biblioteca Laurenziana di Firenze e ne costituisce a tutt’oggi uno dei più importanti tesori) infatti ci dice che la strada per Roma già ben strutturata al regno di Liutprando (Re Longobardo in Italia dal 712 al 744 d.C.) fu completata all’epoca di Ratchis, Re Longobardo in Italia dal 744 al 749 d.C e dal 1755 al 757 d.C. con l’ampliamento dei monasteri di Sant’Antimo e San Salvatore sull’Amiata (vedi immagine a lato).

Una leggenda infatti attribuisce al Re Ratchis la fondazione dell’Abbazia del SS Salvatore alle pendici del Monte Amiata, il Re secondo la leggenda vide la trinità stagliarsi sopra la Selva del Monte Amiata e ciò lo indusse alla costruzione di un monastero dedicato al Salvatore.

Deposto nel 749 d.C. dalla Assemblea Longobarda a Milano si ritirò a vita monastica nel Monastero di Monte Cassino.

La terminazione del nome Radicofani in -kofen derivata dai toponimi bavaresi e svizzeri rimanda alla parola italiana cofano o gerla che esprime un contenitore concavo e capiente specialmente di cibo. Non è da escludere, o anche solo presumere, che il nome Radicofani derivi da “Ratchis Kofen” dove il colle di Radicofani per la sua forma assume quasi in senso ironico il cofano o il cappello di Ratchis, ricollegandolo alla sua fondazione e alla sua particolare forma.

Oltre alle mura antiche e alla torre di notevole suggestione, di notevole interesse architettonico è la Chiesa di S. Agata in stile gotico-senese. Senz’altro da visitare anche le terrecotte di Luca della Robbia custodite all’interno della chiesa di San Pietro.

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