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I sogni di Giuseppe ebreo: dai mosaici del Battistero di San Giovanni agli arazzi di Cosimo I

Il Battistero dedicato a San Giovanni Battista, patrono della città di Firenze, sorge difronte al Duomo di Santa Maria del Fiore in Piazza San Giovanni a Firenze. Le origini del monumento sono tutt’ora oscure e discusse. L’antica tradizione fiorentina ne fa risalire l’origine ad un tempio di Marte modificato poi nel Medioevo solo nell’abside e nella lanterna. Dai documenti scritti le prime notizie del monumento risalgono all’anno 897 d.C. quando si parla dell’inviato dell’Imperatore che amministrava la giustizia sotto il Portico di San Giovanni Battista. Nel 1128 l’edificio diventò ufficialmente Battistero cittadino; il pavimento con intarsi marmorei venne realizzato nel 1209. L’edificio a pianta ottagonale ha un diametro di 25,60 metri, quasi la metà di quello della cupola del Duomo. L’ottagono è figura tipica dei Battisteri medioevali in memoria de “l’ottavo giorno” della Settimana che nel Nuovo Testamento del Cristianesimo è simbolo di resurrezione ed eternità. Anticamente era sopra elevato di alcuni gradini, spariti con l’innalzamento graduale del calpestio che già Leonardo da Vinci aveva pensato di ricreare studiando un modo per sollevare in blocco l’edificio.

L’edificio è coperto da una cupola ad otto spicchi e sul lato opposto all’ingresso sorge il corpo dell’abside rettangolare chiamata “scarsella”. La scarsella presenta dei mosaici che risalgono al 1220 alla cui realizzazione ha partecipato anche il Cimabue. L’ornamento esterno è in marmo bianco di Carrara e verde di Prato scandito da fasce orizzontali e riquadri geometrici. Tale gusto classico, caratteristico dei monumenti romanici, è facilmente riscontrabile nella facciata anche di San Miniato al Monte a Firenze.

Il Battistero di San Giovanni è considerato la maggiore opera del romanico fiorentino. Le tre porte bronzee che adornano le diverse facciate mostrano la storia dell’Umanità e della Redenzione come in una Bibbia figurata. Si va dalle storie dell’Antico Testamento a quelle del Battista fino a quelle del Nuovo Testamento.

Tra il 1330 e il 1336 viene eseguita la prima delle tre porte bronzee commissionata ad Andrea Pisano da L’Arte di Calimala, l’arte più antica dalla quale discendono tutte le altre, sotto la cui tutela era il Battistero.La porta si costituisce di 28 formelle quadrate contornate da cornici mistilinee, il cosiddetto “quadrilobo” (cassa risparmio).

La seconda porta venne realizzata da Lorenzo Ghiberti tra il 1401 e il 1424, vincitore di un concorso a cui parteciparono anche Filippo Brunelleschi e Iacopo della Quercia. Durante un restauro iniziato nel 2013 si è scoperto, pulendo le formelle, che le figure dei bassorilievi sono dorate, usando la tecnica dell’amalgama di mercurio con base bronzea.

La terza porta con formelle interamente rivestite d’oro, eseguita sempre dal Ghiberti tra il 1425 e il 1452, fu chiamata da Michelangelo “Porta del Paradiso”. La porta fu danneggiata dall’alluvione del 1966 e i rilievi sono attualmente sostituiti da copie, mentre gli originali restaurati si trovano nel museo dell’Opera del Duomo. Per la realizzazione delle due porte il Ghiberti creò una vera e propria bottega di bronzisti nella quale si formarono artisti come Donatello, Michelozzo, Masolino e Paolo Uccello.

La decorazione interna è ispirata ad edifici romani come il Pantheon. La fonte battesimale in origine occupava il centro del pavimento dove si trova un ottagono in coccio pesto. Il pavimento presenta intarsi marmorei di grande pregio a cui lavorarono probabilmente le stesse maestranze Della Chiesa di San Miniato al Monte a Firenze. Davanti all’altare una grata lascia intravedere i sotterranei in cui si trovano i resti della Domus romana con pavimenti a mosaici geometrici, venuta alla luce durante gli scavi del 1912-1915. Esisteva nel Battistero un orologio solare: attraverso un foro praticato nella cupola i raggi solari colpivano, nel corso dell’anno, i segni dello zodiaco. Oggi il riquadro zodiacale, che originariamente era posto presso la porta nord, è stato spostato in corrispondenza della porta est.

Una caratteristica fondamentale del Battistero è la relazione architettonica tra le facciate, intese come unità bidimensionali indipendenti e solo accostate, in modo da esaltare l’architettura del Battistero come un puro solido geometrico.

I lavori per il rivestimento a mosaico della cupola iniziarono nel 1270. Il rivestimento è suddiviso in otto spicchi. Su di un fondo dorato, nella fascia superiore, sono raffigurate le Gerarchie Angeliche, il Giudizio Universale con la grande figura del Cristo. Sotto i suoi piedi è rappresentata la resurrezione dei morti, alla sua destra i Giusti sono accolti in Cielo dai Patriarchi biblici, mentre alla sua sinistra si trova l’Inferno con i suoi Diavoli.  Negli altri cinque spicchi sono rappresentate la Storia della Genesi, la Storia di Giuseppe, la Storia di Maria e di Cristo e le Storie di San Giovanni Battista.

Il Battistero fiorentino era luogo di investitura di Cavalieri e Poeti. Era sede di solenni giuramenti nonché della celebrazione del Patrono cittadino nella ricorrenza del Battista il 24 Giugno, attraverso il dono delle stoffe pregiate chiamate “Palii” da parte dei Magistrati del Comune.

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