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Montalcino Da Roccaforte della Repubblica di Siena a Roccaforte mondiale del vino

Correva l’anno 1555 quando Montalcino, per la sua particolare conformazione territoriale, si trovò a diventare l’ultimo baluardo delle libertà repubblicane in Italia.

Infatti proprio a partire da quell’anno Montalcino divenne la capitale della Repubblica di Siena fino al 1559, quando le chiavi della città passarono dallo stato francese a quello spagnolo. Questo momento per la città rappresentò la fine di un calvario che proseguiva da oltre 4 secoli e che la vide “prigioniera” di migliaia e migliaia di militari provenienti da Spagna, Francia e Germania.

In realtà a rendere appetibile quello che oggi è uno dei borghi più caratteristici della Toscana, era la possibilità di controllare il porto di Talamone che costituiva uno scalo strategico e che si vedeva da Montalcino. Infatti geograficamente Montalcino sorge a 564 metri sul livello del mare, nel cuore della Val d’Orcia, a sud della provincia di Siena.

La prima volta che Montalcino viene nominata è il 29 dicembre 814, quindi nel Medioevo. In realtà numerosi reperti archeologici, riconducono all’età della pietra, del bronzo e alla civiltà etrusca. Per quest’ultima la maggior parte dei ritrovamenti risalgono ai celebri scavi del 1950 sul Poggio di Civitella, che oggi è stato trasformato in Parco Archeologico.

 L’abitato di Montalcino a forma di croce, fu edificato secondo una precisa logica urbanistica e non mancano le strutture monumentali come la cattedrale di San Salvatore dell’XI secolo, il Palazzo Comunale del XIII secolo, la celebre Abbazia di S. Antimo del XII secolo e la Fortezza di Montalcino, oggi fulcro di spettacoli e iniziative culturali. Costruita nel 1381 da Domenico di Feo e Mino Foresi, la Fortezza conserva al proprio interno parte delle mura e delle torri del secolo precedente e la sua pianta è pentagonale con torri di forma irregolare. Di epoca medicea è invece lo sperone e lo stemma posizionato sulle mura esterne.

Nel 1100 furono costruite a Montalcino oltre quattro chilometri di mura, tredici torrioni a guardia dell’abitato e sei porte. Già in epoca storica una fervente attività di disboscamento e terrazzamento di migliaia di ettari di terreno collinare, permise la creazione di spazi utili alla coltivazione delle viti, degli olivi e degli alberi da frutto. Sarà forse per questo che l’attività principale della città era quella dei boscaioli.

Differenti sono le ipotesi sul nome di origine della città: nel documento dell’814 Montalcino viene chiama Mons Lucinus (piccolo bosco), ma successivamente il più moderno Mons ilcinus sembra ricondurre al nome latino del leccio, pianta moto diffusa nella zona nonché stemma cittadino.

Montalcino divenne ufficialmente città nel 1462, nominata da Papa Pio II e nel 1464 fu fatta Diocesi. Numerose sono le testimonianze di un patrimonio artistico di pregio.

Cinque sono stati, nei secoli, gli assedi subiti da Montalcino. Nel 1199, nel 1207, nel 1212 ad opera dei senesi, nel 1526 ad opera delle truppe di Papa Clemente VII e nel 1553 ad opera delle truppe spagnole.
Dall’immobilismo dello stato mediceo, in cui cadde per oltre tre secoli, uscì finalmente nel 1861, dopo l’Unità d’Italia, con la costruzione della ferrovia Asciano-Grosseto. Questo momento segnò anche l’uscita dal Medioevo e l’inizio di un grande sviluppo economico, culturale e sociale che la portò a diventare sede di importanti organismi come l’Ufficio del Registro, nonché di scuole ginnasiali (ancora oggi esiste a Montalcino un Liceo Linguistico molto apprezzato).

Nella metà del 1800 fece la sua comparsa il Brunello, grazie al chimico e farmacista Clemente Santi, che fece una selezione del vitigno Sangiovese Grosso. Nel 1870, in occasione di una mostra a Siena, vennero presentate le prime bottiglie di Brunello delle annate 1863 e 1865. Fino ai primi del ‘900 il Brunello fu conosciuto solo da una ristretta cerchia di intenditori e questa sua caratteristica di vino di nicchia, peraltro molto costoso, si accentuò dopo la seconda guerra mondiale, a causa del progressivo abbandono delle campagne.

Negli anni 60 grazie ai contributi della CEE per il rilancio dell’agricoltura e alla legge sulla DOC, ricomincia la coltivazione dei vitigni di Montalcino.
Il 30 maggio 1966 la Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, pubblica il primo disciplinare sul Brunello e nel 1967 si costituisce, con 25 soci fondatori, il Consorzio del Vino Brunello (che oggi conta 220 soci). Nel 1980 al Brunello viene conferita anche la Docg, riconoscimento che ne accresce il prestigio a livello nazionale e internazionale.

Oggi sono circa 24mila gli ettari di terreno di Montalcino sui quali viene prodotto il Brunello che nel 2006, da Wine Spectator, è stato giudicato il “miglior vino mondiale”. Ma a Montalcino sono presenti anche altri autorevoli vini: il Rosso di Montalcino, il Sant’Antimo e il Moscadello di Montalcino, unico vino bianco, presente dalla seconda metà dell’800.

 

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